Viaggio sulle isole Svalbard: curiosità, informazioni utili e tanto altro!

Ny Alesund

Il termine “Svalbard” significa “coste fredde”, niente di meglio per indicare il gruppo di 5 isole (di cui solo 3 abitate) e vari isolotti del Mar Glaciale Artico, nell’estrema Norvegia del Nord. La maggior parte delle isole Svalbard è completamente ricoperta di ghiaccio e la corrente del Golfo impedisce al mare circostante di trasformarsi in ghiaccio, consentendone la navigazione per gran parte dell’anno. Il periodo ideale per visitare le isole è tra Aprile e Maggio, quando il paesaggio è ancora ghiacciato e la luce è presente per 24 ore, ma non crediate che la luce riscaldi, ci sono pur sempre circa 20 gradi sotto zero e anche meno! Tuttavia, se ci si veste correttamente, si può avere più freddo a Milano in inverno che alle Svalbard poiché lì non nevica, non piove e il tasso di umidità e molto basso. Basta indossare un paio di maglie di lana, giacca al vento, scarponi, insomma tutto ciò che indosseremmo per andare in montagna in inverno, e sopra una tuta termica che protegga bene dal freddo, un cappello di pelo provvisto di paraorecchi, un bel paio di guantoni caldi e via! Magari, se prevedete di andare anche in motoslitta, portatevi anche una maschera apposita per evitare di congelarvi il naso. Invece, se avete un’auto, non dimenticate che la sera va attaccata alla corrente per evitarne il congelamento. Tutto ciò sembra difficile perché fuori dai nostri modi quotidiani di vivere, ma vi abituerete subito e vi accorgerete di quanto sia tutto molto semplice.

Barentsburg

Tra Aprile e Maggio il paesaggio offre vedute indimenticabili: il terreno ghiacciato risplende i colori vivi del rosso e dell’azzurro del cielo…Uno spettacolo unico! Gli animali che si incontrano frequentemente sulle isole sono i pinguini, l’oca dalla faccia bianca, ben visibile dalle navi da crociera, e gli orsi bianchi, questi ultimi sono molto aggressivi, infatti si incontrano spesso cartelli che vietano di girare disarmati, pena una multa. Quindi, se non voi, almeno la vostra guida deve avere con sé un’arma. Le attività economiche svolte sulle isole sono essenzialmente due: caccia e pesca, ma a partire dal XX secolo le Svalbard sono diventate meta di molti minatori alla ricerca di carbone.  Incredibile ma vero, su queste isole esiste anche un Museo! Certo, non è paragonabile alle nostre grandiose Gallerie d’arte, ma se si va alle Svalbard, una visita anche al Museo delle Svalbard va fatta, soprattutto perché esso fa capire benissimo il modo di vivere di cacciatori, pescatori e minatori locali.

Longyearbyen

Camminando per le isole ci si accorge subito di qualcosa di molto strano: i tubi dell’acqua, dell’elettricità e del gas sono tutti posizionati sulla superficie e non sotto di essa a causa dell’effetto del permafrost, ossia, dato che il terreno è perennemente congelato, il ciclo di congelamento e disgelo dello stesso in superficie porterebbe qualsiasi cosa che venisse sotterrata ad essere letteralmente risputata fuori. Tant’è vero che gli abitanti non possono neanche seppellire i morti, devono spedirli per forza in Norvegia. Un’altra cosa interessante da sapere sulle Svalbard, è che qui ci sono strutture di legno (pali, teleferiche, baracche, ecc) ma non ci sono foreste, né tanto meno alberi. A portare il legno ci pensa il mare che trasporta con la propria corrente i tronchi dalla Siberia fino al Polo Nord! È impressionante! Tutto ciò fa capire benissimo il famoso detto “Il battito d’ali di una farfalla in Asia può provocare un uragano ai Tropici”, in questo caso basta un disastro ecologico all’Equatore per comportare cambiamenti anche al Polo Nord e al mondo intero.

Longyearbyen

La capitale delle Svalbard è Longyearbyen, molto suggestiva con le sue casette nordiche tutte colorate, in contrasto con il bianco candido del ghiaccio. Qui è situato l’unico Aeroporto in cui giungono i voli quotidiani di SAS da Tromso (il volo dura circa un’ora e 40 minuti) e anche da Oslo (durata del volo: 2 ore e 50 minuti). Anche a Longyearbyen girano tutti in fucile, nell’università, nei bar, nei ristoranti, dappertutto, addirittura gli asili sono circondati da alte e resistenti recinzioni, fatte proprio per impedire agli orsi di scavalcare. A proposito di asili, c’è da dire che essi sono sempre pieni, i bambini sono veramente tanti per due motivi: uno perché le Svalbard sono “terra libera”, cioè anche se in teoria sono amministrate dalla Norvegia, di fatto possono essere colonizzate da tutti, chiunque può installarvi stazioni di ricerca e abitarvi senza avere il problema del permesso di soggiorno, il secondo motivo è l’età degli abitanti, sono tutti giovani studiosi e ricercatori tra i 20 e i 35 anni che si stabiliscono lì con le proprie famiglie. Da visitare nella capitale, è la sede dell’unico giornale locale, lo “Svalbardposten”, che ha un unico redattore, poi molto interessante è la visita a una miniera, a volte guidata da ex minatori che hanno perso il lavoro originario, dato che le miniere non sono più funzionanti. Nonostante siano passati anni dalla loro chiusura, esse sono rimaste uguali al passato, non è stato toccato nulla, ci sono ancora gli elmetti, le tute e gli strumenti utilizzati dai minatori, i carretti, i binari, insomma tutto è intatto.

Ny Alesund

L’isola più estesa delle Svalbard è Spitsbergen dove si può optare per un giro in slitta fino alla Bolta Valley, una valle stupenda che deve il suo nome ad un cacciatore disarcionato dal cavallo, “bolted” infatti significa “imbizzarrito”, oppure si possono visitare le grotte di ghiaccio, ossia pozzi profondi scavati dall’acqua nel permafrost, dotati di stalattiti e stalagmiti e con dei riflessi di luce unici. Le escursioni possono essere fatte in slitta o motoslitta poiché non ci sono strade ma solo piste. Sull’isola di Spitsbergen è situata Barentsburg, il secondo insediamento più popolato delle Svalbard, possiede circa 850 abitanti, per la maggior parte minatori russi e ucraini. Vi chiederete come mai russi e ucraini vivono lì, la risposta è semplice: Barentsburg è una città sovietica, ex centro minerario, costruita secondo i dettami dell’urbanistica sovietica. Oggi è rimasta uguale alle sue origini, sembra di ritornare agli anni ’50-’60, alla Russia della Guerra Fredda. La città ha un museo con fossili e impronte di dinosauro, non possiede negozi e nel periodo estivo organizza spesso spettacoli folkloristici.

Spitsbergen

Sull’isola di Spitsbergen è sita un’altra cittadina molto caratteristica: Ny Alesund, famosa per le basi scientifiche appartenenti a Paesi di ogni parte del mondo e per il monumento agli italiani. Un ultimo consiglio per chi va alle Svalbard, è quello di fare una mini-crociera della durata di tre giorni al Nord delle isole per vedere i trichechi sull’isola di Moffen.

Spitsbergen

Che altro c’è dire su queste meravigliose isole? Beh, sicuramente che costituiscono un grande polo di ricerca che sta facendo grossi passi avanti e poi che per il futuro si prospetta una grande novità: il governo norvegese ha progettato la costruzione di una Banca genetica dei semi in cui sarà conservato il più grande numero di specie di semi di piante e la sua sede sarà proprio Spitsbergen dove verrà scavata una galleria di 120 metri nella roccia, portando la temperatura da -6 gradi Celsius a -18 gradi Celsius. Lo scopo di questo progetto è quello di prevenire un’eventuale estinzione di piante causata dal riscaldamento globale o da una guerra nucleare.

Spitsbergen

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Insegnante di professione, ha un’unica grande passione: viaggiare e scoprire luoghi lontani dal turismo di massa. Durante il tempo libero si dedica alla scrittura e alla lettura di tutto ciò che riguarda il mondo dei viaggi.

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