Premessa
Questo è il resoconto dei 3 giorni passati dal sottoscritto assieme a due amici a Colonia tra il 30 dicembre 2010 ed il 1° gennaio 2011. Ovviamente, tutto ciò che è riportato fa riferimento alle mie impressioni ed ai miei punti di vista che, evidentemente, potrebbero non essere condivisi.
Aspetti logistici ed organizzativi
DOVE E QUANDO: Il viaggio è stato pianificato con largo anticipo, quando ancora per molti il problema era rappresentato dall’organizzazione delle vacanze estive. La scelta della destinazione è stata piuttosto rocambolesca e frutto di alcuni compromessi
VOLO: Appena scelta la destinazione, anche il volo è stato prenotato. Partenza da Milano Malpensa alle 8:55 del 30/12 e ritorno da Colonia alle 18:25 del 01/01 con la compagnia Germanwings. Il prezzo totale è stato circa 73 € per passeggero, non poco… Ma per capodanno già ad Agosto i prezzi erano abbastanza alti
SPOSTAMENTO DA/PER L’AEROPORTO + PARCHEGGIO: Noi, essendo in 3, decidiamo di arrivare in auto a Malpensa che dista circa 200 km. La scelta ricade sul Parcheggio Maggia (www.maggiaparking.com) che richiede 19,80 € per un posto scoperto
ALBERGO: Anche l’albergo è stato fermato con largo anticipo, praticamente assieme al volo. Pure in questo caso l’aspetto economico è stato particolarmente valorizzato, e, attraverso il sito www.booking.com abbiamo prenotato presso il B&B Hotel Koln-Porz Airport, per 118 € complessivi, cui aggiungere 6,32 € per le tasse di soggiorno che il Comune di Colonia ha introdotto ad Ottobre 2010, ossia quando per noi era ormai assolutamente sconveniente riprogrammare il capodanno. La catena B&B Hotel è del tutto comparabile a Etap Hotel o IBIS Hotel, e, in pratica, offre servizi molto basic, ma, a mio avviso, più che dignitosi per il prezzo richiesto. L’aspetto più importante dell’hotel è il rapporto tra prezzo e location: in poco più di 10 minuti di mezzi pubblici si arriva in centro e la fermata dista circa 300 metri dall’hotel, lungo un percorso pedonale illuminato (e, durante il nostro soggiorno, completamente ghiacciato). La zona è chiaramente periferica e distante circa 8-10 km dal centro della città, pertanto non offre alcun servizio, se non una splendida vista sulle campagne attorno a Colonia, dove è possibile ammirare nutrite colonie di lepri.
MEZZI PUBBLICI A COLONIA + SPOSTAMENTO DA/PER AEROPORTO:L’efficienza tedesca e l’integrazione tra mezzi è ben evidente sin dal momento della discesa dall’aereo. L’aeroporto è collegato al centro città attraverso la rete ferroviaria su cui corrono due linee: la S13 e la RB25. Inutile sottolineare la puntualità: per noi italiani è come vivere in un sogno. I prezzi dei biglietti pubblici sono elevati (almeno per lo standard cui siamo abituati), e, con Gennaio 2011, sono ulteriormente aumentati. Noi abbiamo utilizzato un biglietto che permette l’utilizzo di tutte le linee urbane per circa 24 ore a gruppi formati al massimo da 5 persone. Il prezzo del biglietto in questione è attualmente pari a 10,70 € ed è praticamente il più conveniente tra quelli disponibili
COME MUOVERSI: Colonia si può girare benissimo a piedi, anche se in bicicletta sarebbe ancora meglio. Purtroppo, a differenza dell’Italia, in inverno le strade non sono sgomberate dalla neve e, per questo, diviene difficile non solo pedalare, ma anche camminarei
UFFICI DEL TURISMO: La versione Internet dell’ufficio del turismo della città (www.koelntourismus.de) offre numerose informazioni che possono essere scaricate in una guida turistica personalizzata, oltre alla possibilità di ottenere a domicilio tutti i dati di interesse. Inoltre, l’ufficio vero e proprio è proprio a pochissima distanza dalla stazione ferroviaria: noi non l’abbiamo considerato in quanto attraverso la Rete eravamo già abbastanza coscienti di cosa vedere e cosa no
COSA VEDERE: Senza ombra di dubbio, il Duomo
COSA NON VEDERE: Rispetto al Duomo, tutto il resto passa in secondo piano
Aneddoti di viaggio ed emozioni GIOVEDI’ 30 DICEMBRE
Giovedì sono già attivo in piena notte. Alle 3 del mattino, difatti, la sveglia suona ed il sottoscritto, dopo una piccola colazione, alle 3:30 è pronto a salire in auto con Amico 1 ed avviarsi verso Milano, dove Amico 2 ci attende. Il viaggio fino a Milano scorre tranquillo, il traffico è praticamente nullo sino alle porte di Milano, ed il navigatore satellitare risulta essere sufficientemente preciso nel portarci alla nostra prima tappa, ossia la casa di Amico 2.
Dopo qualche minuto di attesa,ed una volta completato il gruppo, il viaggio riparte con destinazione aeroporto, o meglio, parcheggio dove lasciare l’auto. In circa un’ora, attraverso strade secondarie, arriviamo alla meta, paghiamo, parcheggiamo, teniamo le chiavi (è uno degli aspetti migliori del parcheggio) e saliamo sulla navetta che in pochi minuti ci porta al Terminal 1 dell’aeroporto.
Di gente in giro ce n’è già parecchia ed un brivido ci corre lungo la schiena quando vediamo una lunghissima fila vicino al banco di Germanwings… Fortunatamente (per noi, ovviamente), si trattava solo di un secondo ramo della coda ai banchi di Air Berlin e così in un paio di minuti completiamo le procedure di check in e ci avviamo verso il gate.
Superiamo i controlli senza problemi e dopo la colazione di rito, iniziamo l’attesa dell’imbarco, che avviene in perfetto orario. Volo quasi pieno e piuttosto fastidioso per due ragioni: un ragazzino circa diciottenne che a colazione ha ingoiato una radio, e continui dolori alle orecchie (problema di pressurizzazione del velivolo???) che mi hanno reso ancora più sordo di quanto non sia per tutta la giornata. In compenso, il panorama sopra le Alpi è stato a dir poco favoloso, così come la vista aerea della città tedesca: peccato che le mie foto non rendano merito.
Atterriamo a Colonia con circa 10 minuti di anticipo e complice la mia scarsa attitudine ad ascoltare i messaggi sonori (ma l’ho detto, il volo mi ha insordito!), scendiamo alla fermata destinata ai turisti in transito anziché a quella degli arrivi. Ci facciamo tutto l’aeroporto a piedi (io l’ho trovato degno di nota, ma perché mi piacciono le strutture moderne in vetro, cemento e metallo), scendiamo al piano terra e perdiamo una decina di minuti nel tentativo di fare il biglietto e, soprattutto, nel tentativo di fare digerire la mia carta di credito alla macchinetta. Desistiamo, paghiamo in contanti e dopo aver visto il treno passarci sotto il naso, aspettiamo in banchina il prossimo passaggio.
Treno in perfetto orario e dopo pochi minuti scendiamo a Frankfurterstrasse, ossia la fermata più vicina al nostro albergo, in piena zona periferica. Dal treno l’insegna dell’albergo è ben visibile, così come il percorso pedonale che, considerato il periodo, è praticabile solo facendo molta attenzione: neve e ghiaccio non sono rimossi (e tale situazione è del tutto uguale anche in città). In pochi minuti prendiamo possesso della camera, una specie di loculo formato famiglia in cui i tedeschi sono riusciti a fare stare un letto matrimoniale (un po’ piccolo, però!), un letto a castello, una TV, uno specchio, un paio di puff, una mini scrivania ed un bagno completo di doccia. Peccato per la moquette ovunque, ma la stanza è pulita e ben insonorizzata. La pecca, se si vuole, è il fatto che per muoversi occorre preventivamente mettersi d’accordo sui movimenti, però per il prezzo pagato e per il periodo di feste, è più che accettabile: di fatto la stanza sarà utilizzata solo per dormire.
Lasciamo subito l’albergo ed iniziamo così la nostra visita alla città. Riprendiamo il treno verso il centro ed in meno di 10 minuti siamo alla Fiera di Colonia che si trova proprio accanto al Reno, a pochissima distanza dal Duomo. Fortunatamente il tempo è bello: un po’ freddo ma bello ed il sole non è (ancora) coperto dalle nuvole. Qui il mio primo dramma: la mia macchina fotografica non ne vuol più sapere di funzionare; e per chi si comporta come un giapponese è terribile… Meno male che Amico 1 è venuto con la sua: un aggeggino elettronico nuovo di zecca di cui nemmeno lui conosce appieno le funzionalità. Glielo sequestro e continuiamo.
Passeggiamo lungo il ponte della ferrovia, ed arriviamo di fronte al Duomo. E’ veramente imponente: peccato sia un po’ troppo sporco, ma, in ogni caso, già la vista lascia attoniti. Anche se la fame si fa sentire, decidiamo di sfruttare le ore di luce per visitare il Duomo e salire sulla torre, per goderci il panorama della città. Paghiamo il biglietto (5 € per salita alla torre e visita al Tesoro del Duomo), salvo poi renderci conto che avremmo potuto evitare di farlo, ed iniziamo la salita dei 533 gradini che ci portano in vetta. Io, in realtà, di gradini ne ho contati 525, ma né Amico 1, né Amico 2 hanno voluto fare una seconda prova assieme a me e così io sono ancora nel dubbio… La salita alla torre è un po’ dura, soprattutto per chi non è molto allenato, in quanto la scala è stretta e scomoda. Inoltre, l’aria che gira è veramente poca, o meglio, la gente che sale/scende è veramente tanta. La vista dalla torre però ripaga della fatica: in pratica si vede tutta la città. Peccato per le reti di sicurezza, che rendono le foto veramente difficili da fare.
Pure da dentro il Duomo riserva sorprese, anche se l’oscurità regna sovrana: in fin dei conti è una struttura gotica e quindi poco luminosa, o meglio, meno luminosa di altre tipologie di chiese. In ogni caso, i pilastri che sostengono la struttura la fanno apparire meno grande di quanto non sia. Da segnalare, inoltre, la presenza di molte “guardie”, ossia di prelati con il compito di mantenere ordine e sicurezza all’interno: sono facilmente riconoscibili per il paramento rosso che indossano.
Il Tesoro del Duomo, visitabile in una sezione ad hoc, contiene il reliquiario dorato dei Re Magi ed è il più prezioso tra quelli presenti. Personalmente, non amando molto monili, oggettistica, paramenti e reliquie in genere, la visita del Tesoro non mi ha lasciato le stesse emozioni della visita alla torre.
I crampi allo stomaco iniziano a farsi insopportabili e decidiamo di fermarci a mangiare in uno dei tantissimi negozi/chioschi della stazione ferroviaria: per chi vuole mangiare velocemente senza spendere cifre folli, l’offerta è veramente vasta e qualitativamente accettabile. In particolare, per gli amanti della cucina locale, si segnala un chiosco/negozio di cui non ricordo il nome ma facilmente riconoscibile perché specializzato in wurstel (bratwurst, currywurst, crauckerwurst, etc.) e con prezzi decisamente popolari.
Nella seconda parte del pomeriggio decidiamo di dividerci: io e Amico 1 alla scoperta della città ed Amico 2 al museo Romano-Germanico. Una volta ritrovatici, siamo tutti un po’ delusi: Amico 2 per il fatto che l’hanno sbattuto fuori mentre era ancora in piena visita, io ed Amico 1 per l’assenza di qualsivoglia atmosfera natalizia (luminarie, mercatini, etc.) lungo le strade da noi visitate.
Si torna in albergo per una breve sosta, anche perché il freddo inizia a farsi sentire, e si organizza la serata. Ceniamo in una delle birrerie storiche della città (il Brauhaus Sion), proviamo più volte la Kolsch (cioè la birra tipica della città) e nonostante tutti noi avessimo ordinato piatti differenti, alla fine ci troviamo a mangiare le stesse cose (e poi sono gli italiani a “fregare” i turisti, vero?! Tutto il mondo, purtroppo, è paese…). Dopodiché ci facciamo un giro per il lungofiume, scoprendo tanti locali e tanti angoli suggestivi, ma, in ogni caso, rimaniamo atterriti per l’assenza di persone in giro, nonché per l’inesistente atmosfera natalizia e per la pessima illuminazione notturna del Duomo che non è per nulla valorizzato.
Continuiamo il nostro giro e trovando un supermarket aperto alle 11 di sera, decidiamo di fare un po’ di spese per sedare eventuali attacchi di fame notturni. Qui entriamo in contatto con il pfand, ossia il metodo inventato dai tedeschi per incentivare il riciclaggio dei rifiuti attraverso il sistema del “vuoto a rendere”. Praticamente, quando una persona acquista un qualcosa di imballato in plastica, vetro o metallo, paga (in maniera visibile, in quanto l’importo è riportato sullo scontrino) una cauzione sul vuoto, con la quale si impegna a restituire il vuoto appena avrà consumato il prodotto. Al momento della restituzione dell’imballaggio vuoto il commerciante restituisce il prezzo in più versato. Che miti questi tedeschi! In questo modo sono riusciti a costituire un sistema di riciclaggio pienamente sostenibile ed utile per evitare sprechi. Leggendo qua e là su Internet ho scoperto che questo sistema è in fase di adozione in quasi tutta l’Europa, mentre in Italia non si trovano ancora riscontri in tal senso.
Verso mezzanotte siamo di ritorno in albergo, anche perché la stanchezza inizia a farsi sentire.
VENERDI’ 31 DICEMBRE
La seconda giornata si rivela fin dall’inizio piuttosto grigia e fredda: di sole nemmeno l’ombra ed una gelida brezza rende la situazione meteo particolarmente difficile da sopportare.
La giornata di oggi, in attesa della serata, secondo i nostri piani, è dedicata alla “Via sacra” ossia il circuito delle 12 chiese romaniche (www.romanische-kirchen-koeln.de) racchiuse nelle aree centrali della città tedesca, nonché alle altre attrazioni segnalate dalla guida della città. Si tratta di un programma piuttosto intenso che, inevitabilmente, non riusciremo a mettere in atto completamente per una serie di ragioni: la macchina fotografica di Amico 1 che consuma più energia elettrica di una fonderia, costringendoci così a ricercare dei venditori di pile ad ogni angolo (in tutta verità Amico 1 è stato più o meno volutamente gabbato da un venditore che gli ha appioppato delle pile praticamente esaurite), il freddo pungente che ci obbliga a ridurre il tempo di permanenza al di fuori di posti chiusi, le condizioni delle strade che ci costringono a camminare a passi piccoli ed estremamente prudenti, la neve che cade dal cielo.
In ogni caso continuiamo a girare la città fino al pomeriggio inoltrato, quando, stanchi, infreddoliti, scocciati ed anche un po’ frustrati, alziamo bandiera bianca. Alla fine, del circuito delle 12 chiese siamo riusciti a vederne 9, oltre ad altre attrazioni interessanti, almeno dal punto di vista storico: le mura, le porte, alcuni degli edifici della Colonia “contemporanea”.
Io, da buon incompetente in ambito artistico, non ho trovato questo circuito poi così interessante. Di certo lo stile romanico rappresenta un elemento fondante la cultura germanica, ed altrettanto certamente queste chiese sono uno dei fiori all’occhiello di ciò che rappresenta l’evoluzione dello stile nel corso del tempo, però, forse proprio perché italiano e quindi “abituato” a convivere con l’arte, mi sembra sinceramente eccessivo enfatizzare così tanto il percorso. Personalmente, dal punto di vista architettonico ritengo tutte le chiese belle, soprattutto esternamente, ma al loro interno risultano essere spoglie, e, inoltre, appaiono troppo evidenti gli effetti della ricostruzione avvenuta dopo la seconda guerra mondiale. Certamente per i tedeschi è un vanto aver ricostruito il loro patrimonio culturale com’era prima dei bombardamenti, ma trattarlo come si trattasse di qualcosa di “originale” è un po’ troppo. Tuttavia ritengo sia un buon approccio nei confronti delle risorse artistiche: se lo facessimo con lo stesso impegno anche in Italia…
Durante il rientro in albergo, circa le 18:00, notiamo che molte persone sono già “in tiro” per la serata: difatti, non è stato raro trovare donne e uomini in abito da sera già pronti per il gala della notte. Noi ci sentiamo un po’ in ritardo, soprattutto perché non abbiamo prenotato nulla, e cerchiamo di accelerare i tempi. Dopo un paio di ore siamo di nuovo nel centro cittadino che inizia a brulicare di gente, anche se molti dei locali risultano essere chiusi: tra gli altri, numerose birrerie e ristoranti hanno la saracinesca abbassata, dando un’aria un po’ triste all’ambiente circostante.
Per circa un’ora giriamo senza meta alla ricerca di un posto dove mangiare, ma sembra essere tutto pieno o tutto prenotato. Alla fine, decidiamo di fare la fila al Altstadt Restaurant, situato nella piazza Heumarkt. Il locale è pieno, ma in pochi minuti ci fanno accomodare ed ordinare. I tempi di servizio risultano essere piuttosto lunghi, così faccio in tempo a gustarmi una notevole quantità di Kolsch. Finalmente arrivano i piatti, ma, anche stasera, c’è qualcosa che non va: io avrei dovuto avere una grigliata con tre tipi di carne e mi ritrovo una bistecca… Il tutto, ovviamente, senza alcuna spiegazione da parte del cameriere. Non me la prendo più di tanto, mangio, bevo, ed intavolo una discussione con il vicino di tavolo: un tedesco con consorte che mi ricorda un episodio relativo ad una partita dell’Inter del 1971, quando il 7-1 per i tedeschi fu annullato perché Boninsegna fu colpito alla testa da una lattina di Coca Cola e “finse di morire”. Io gli rispondo che ancora oggi gli interisti si comportano così e continuiamo a mangiare tra una chiacchiera e l’altra.
Verso le 23:00 usciamo dal ristorante abbastanza soddisfatti (la cifra spesa risulta essere circa 25 €) e ci incamminiamo verso il Deutzer Brucke, cioè uno dei ponti di Colonia che per capodanno è chiuso per permettere alle persone di festeggiare. Acquistiamo un po’ di alcolici da passeggio in un chiosco gestito da turchi (mezzo litro di Kolsch per 1,30 €) e troviamo spazio tra la folla che è stipata lungo le sponde del ponte, in mezzo a poliziotti in assetto da guerra e numerose ambulanze. Poco dopo avrei capito il perché…
Nel frattempo, sul fiume prendono posizione numerosi battelli, tutti piazzati per permettere agli avventori di godere dello spettacolo pirotecnico di Colonia che, nei fatti, prevede l’incendio del Duomo e di tutto il centro, ponti compresi.
Purtroppo verso le 23:45, ovvero quando già gli scoppi impazzano, una densa coltre di nebbia scende su di noi, impedendoci di vedere oltre il nostro naso. A mezzanotte, e per la mezzora successiva, un finimondo: mortaretti, fuochi d’artificio, fontane, petardi, botti, razzi come se piovesse, così come brindisi, schiamazzi e sirene di ambulanze. Personalmente, mi sembravano scene più “mediterranee” che “teutoniche”, ma, in tutta verità, non ho mai avuto la sensazione di essere in pericolo.
In attesa della ripresa del servizio dei mezzi pubblici (verso l’1:30), ci fermiamo nella piazza Heumarkt, dove qualche bancarella natalizia specializzata nella vendita di alcolici crea un’atmosfera particolare, tanto che molta gente è lì a fare festa e noi ci uniamo a loro, non disdegnando di provare qualche liquore tipicamente nordico, salvo scoprire che non si trattava che di una specie di vin brulé. In ogni caso, il suo compito lo svolge egregiamente: con un bicchiere sono stato mezzora con il giubbino aperto per il caldo…
Prendiamo il bus e ci dirigiamo nella zona attorno a Rudolfplatz-Friesenplatz, ossia quella che secondo le nostre fonti rappresenta il cuore della vita notturna. Effettivamente di gente ce n’è, ed anche tanta, soprattutto davanti alle discoteche dove risulta praticamente impossibile entrare, così come negli altri locali. Tuttavia, le stesse condizioni potrebbero essere tipiche di un sabato o di un venerdì sera qualunque.
Insomma, a Colonia, per capodanno non esistono festeggiamenti in piazza con concerti, spettacoli, show vari come, al contrario, avviene in molte città (Vienna, Bratislava, Amburgo,…).
Decidiamo così di andare in zona fiera, per vedere se anche là i festeggiamenti impazzano. E qui, il secondo dramma che, sono convinto, resterà indelebile nella mente mia e di quella tante altre persone. Praticamente, dopo aver individuato e segnalato il tram in arrivo ai miei amici, mi sono messo a correre per “prenderlo al volo” (il successivo sarebbe passato solamente dopo mezzora), non vedendo una catena che bloccava l’accesso ad un’aiuola. Con le mani saldamente in tasca, sono inciampato ed ho sbattuto a terra la faccia e tutto il resto del corpo. Fortunatamente, e proprio fortunatamente, la terra era praticamente fango ed il colpo non è stato forte: jeans e giubbotto indecenti, faccia completamente sporca (a mo’ di maschera fatta dall’estetista), fango anche tra i capelli, ma viso indenne (anche se malignamente subito dopo qualcuno ha detto che da quella sera avrei avuto qualcosa cui dare la colpa…). Dopo qualche secondo di intontimento, mi rimetto in sesto tra le risate generali e con la nenia “scemo, bevi di meno e guarda dove cazzo metti i piedi” nel cervello mi rimetto ad aspettare il bus.
In quelle condizioni io mi sono sentito costretto a ritornare in albergo, almeno per tentare di rimettere in sesto il giubbotto per il giorno successivo. Anche i compagni di viaggio mi seguono, affermando che nessun altro evento, quella sera, li avrebbe divertiti come il mio capitombolo. Dopo una lunga attesa in stazione, prendiamo il primo treno verso la periferia, e, verso le 4:00 siamo di nuovo in albergo, dove io perdo circa un’ora nel tentativo di ripulire un po’ me ed i vestiti. E con questa immagine finisce la notte del mio capodanno 2011.
SABATO 1 GENNAIO
Stamattina la sveglia è un po’ dura e, un po’ per i bagordi notturni ed un po’ per il freddo accumulato il giorno precedente, prima delle 9:00 non usciamo dall’albergo dove, di fatto, non è prevista alcuna procedura di check out.
Assieme ai bagagli, ci spostiamo verso la stazione, dove abbiamo depositato i bagagli fino al pomeriggio, prima di raggiungere l’aeroporto. Il sistema di deposito bagagli della stazione di Colonia è un po’ caro (5 € fino a 24 ore – 2,5 € fino a 2 ore), ma assolutamente avveniristico. Nessun armadio visibile, ma solo una macchina in cui depositare le valige che spariscono nel sottosuolo. Sul dove vadano a finire due le ipotesi da noi proposte: o un sistema computerizzato o un sistema di manodopera clandestina (cinese? Forse si, perché in giro non se ne vedono molti…) rinchiusa in un grande garage sotterraneo.
Facciamo colazione e decidiamo di dividerci. Amico 2 si dirige verso la chiesa di St. Maria Himmelfahrt dove la messa è celebrata in italiano, mentre io ed Amico 1 andiamo un po’ in giro per Colonia, nella zona compresa tra la fiera ed il Rheinpark. Io mai avrei potuto seguire Amico 2 a causa delle numerose ed accalorate bestemmie divulgate a piena voce dopo il capitombolo della notte precedente. Tuttavia, il dio dei turisti trova un altro modo per farmi espiare le colpe, in quanto un acquazzone tipicamente estivo (ma con temperature polari) impedisce a me e ad Amico 1 di portare a termine il giro come avremmo voluto. Per l’ora di pranzo siamo di nuovo tutti assieme e decidiamo di consumare l’ultima pausa pranzo in uno dei tanti locali della stazione e, successivamente, iniziamo l’ultimo giro nella città sotto una pioggia insistente. Visitiamo una delle chiese mancanti all’appello e giriamo tra le vie dello shopping (Hohe Strasse e Schilder Strasse) dove tutto è desolatamente chiuso e vuoto.
Torniamo verso la stazione, facciamo le spese di rito, ossia regali e souvenirs, riprendiamo i bagagli, e ci avviamo verso l’aeroporto, dove arriviamo con larghissimo anticipo. Dopo il check in ci avviamo ai varchi dove veniamo controllati minuziosamente, quasi fossero alla ricerca di qualcuno o qualcosa di sospetto. Classico giro nel negozio duty free con ricerca e prova dei profumi più costosi e più improbabili, ed attesa dell’imbarco, che avviene con qualche minuto di ritardo, attraverso una porta diversa da quella annunciata, ma senza particolari problemi.
L’ora e mezza di volo passa velocemente, anche grazie alla stanchezza che ci fa sprofondare in uno stato di continuo dormiveglia. Ad accoglierci a Milano c’è una temperatura molto simile a quella lasciata a Colonia. Lo staff del parcheggio ci viene a prendere, e dopo pochi minuti siamo in viaggio verso casa: lasceremo Amico 2 a Milano mentre io e Amico 1 andremo verso i nostri lidi natali.
Il viaggio si rivela esser particolarmente difficoltoso, a causa dei banchi di nebbia che avvolgono la Val Padana, tanto che per fare circa 130 km impieghiamo quasi 3 ore. Verso le 23:30 siamo a casa: sicuramente stanchi, e con la necessità di recuperare un po’ di ore di sonno.
Conclusioni
Colonia ha suscitato in me emozioni contrastanti. Il Duomo rappresenta effettivamente un’attrazione di notevole interesse, il resto, però, non lo ritengo così imperdibile.
I festeggiamenti per il capodanno, tolta l’ora in cui impazza lo show pirotecnico, sono decisamente limitati e gli eventi previsti, oltre ad essere a pagamento, rispecchiano ciò che potrebbe avvenire in un weekend qualunque.
La città comunque è bella e rispecchia il nostro stereotipo di “Germania”, per ciò che riguarda l’ordine e l’efficienza, ma, personalmente, mi aspettavo strade più pulite e più “vicinanza” al turismo. Secondo me, Colonia potrebbe rappresentare la città perfetta per il turismo d’affari, ma manca di qualcosa per essere adatta ad un turismo più “culturale” ed interessato a qualcosa di differente da una fiera. Oppure, più semplicemente, sono io ad essermi creato dei “castelli in aria” sul fatto che al di sopra delle Alpi tutte le città vivano il periodo natalizio ed il capodanno in qualche modo particolare.
Diario di viaggio scritto da Matrix
Meglio a carnevale credimi.
Ti credo, grazie per la tua opinione 🙂
Saluti Nicola